“Buongiorno a tutti i colleghi.
E siamo allo sciopero. Possiamo dire “finalmente”, “era ora”. Perchè? Perchè sono anni (forse decenni) che si ravvisava la necessità di una forte ed incisiva presa di posizione sulla “politica” “vessatoria” nei confronti della nostra categoria ed in particolare verso le piccole realtà professionali direttamente a contatto con il tessuto produttivo definito “terziario” o “terziario avanzato”. Gli adempimenti “imposti” ai commercialisti dai vari provvedimenti normativi, non hanno mai avuto una adeguata “misura”, non c’è stato un “osservatorio” autorevole che avesse potuto ben rappresentare come questi provvedimenti, siano stati di fatto un “cappio” alla nostra attività, sino a portare allo “strangolamento” il professionista ovvero alla chiusura dello studio.
Ecco perche le motivazioni che sono alle base dello sciopero non devono essere solo quelle derivanti dal D.L. 193/2016, ma vanno “lette” tenendo in considerazione i “macigni” normativi calati sulle nostre teste negli ultimi anni.
Sono anni e anni che “gridiamo”, senza peraltro essere ascoltati, che l’introduzione della telematica ha portato dei benefici solo all’amministrazione finanziaria con spese sostenute solo a carico dei commercialisti. La gestione di tutti gli adempimenti telematici, solo per fare un esempio, ha costretto il ricorso a procedure interne o esterne, con costi sostenuti e mal sopportati, non addebitabili al cliente.
La “storia” che ci è stata raccontata poi, circa l’opportunità e l’incremento del lavoro per i nostri studi si è rivelata una “favoletta” degna dei Fratelli Grimm.
Su questo argomento, le otto scadenze in piu’, introdotte, come si inquadrano nel nostro lavoro quotidiano? Con le esternazioni fatte dall’ADE, degli ultimi giorni: “che ci vuole …basta un “click” in piu’!”
Ma allora, se dagli alti vertici dell’Agenzia delle Entrate viene illustrato come un adempimento semplice e automatico senza problemi insomma, come si puo’ pretendere di chiedere al cliente una somma aggiuntiva per tale adempimento?
Come al solito, facciamo la figura dei professionisti “avidi” e “voraci”, sempre lì a chiedere soldi ai clienti (pagassero …poi…).
Ben venga una prima manifestazione “di piazza”, segno inequivocabile di un rapporto ormai esasperato tra la categoria e l’amministrazione finanziaria e il Governo/Parlamento di turno, legiferante.
Ben venga questa pubblica esternazione. Con una promessa “scolpita”, però: non deve essere un evento assestante e unico, deve essere il primo di una serie di eventi per rappresentare costantemente anche nei prossimi mesi, il disagio, la disperazione e l’esasperazione di tutti i commercialisti italiani.
Il Consiglio Direttivo
Co.Ne.Pro.
Commercialisti Network Professionale